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Gennaio 2004 La campagna elettorale per le europee 2004 si avvicina a grandi passi. Questa volta sarebbe davvero un peccato se - come è successo quasi sempre - si finisse per farne una campagna concentrata solo su temi nazionali e in particolare sul tormentone "Berlusconi-sì" - "Berlusconi-no". La Costituzione, l'ampliamento dell'Unione da 15 a 25 membri, la riforma di politiche europee importantissime come la politica agricola comune (PAC) o i Fondi strutturali, la risposta europea al fallimento di Cancun, l'iniziativa per la crescita e il piano delle Reti Transeuropee sono solo alcuni dei temi sui quali le forze politiche europee si devono confrontare e cercare il consenso degli elettori, un consenso e una partecipazione purtroppo in calo quasi ovunque, ivi compresa l'Italia, dove il sequestro della campagna europea da parte della politica nostrana è molto più evidente che altrove. Basti pensare che ormai solo in Italia resiste il doppio mandato (18 parlamentari su 87 nel 1999) e dove la tendenza a inviare sindaci o presidenti di provincia (5 nel 1999) e a candidare ministri e segretari di partito è più forte che mai. Venticinque partiti Verdi (e fra loro i Verdi italiani) hanno fatto una scelta diversa: quella di costituire un vero e proprio partito europeo e di fare una campagna comune. Ci accorgiamo con un certo stupore che per adesso nessun'altra grande famiglia politica europea pensa di fare lo stesso! Ma cosa vuol dire fare "una campagna comune"? E come essere sicuri che puntare sulla dimensione europea dei Verdi porti a un maggiore consenso e rafforzi anche quei partiti - come i Verdi italiani, spagnoli, francesi - che non riescono a trovare i voti corrispondenti all'ambizione delle loro idee e proposte? E come portare gli ecologisti attivi nei nuovi paesi membri al Parlamento europeo? Noi siamo convinti che per raggiungere un risultato positivo sia importante presentarsi con un programma chiaro per l'Europa che verrà; un bilancio trasparente e onesto del lavoro fatto e della sua utilità; dimostrare (a partire dalla struttura e dal contenuto della campagna) che è perfettamente possibile parlare ai cittadini e convincerli dell'importanza di sapere chi si sceglie e per fare cosa, quando si va a votare per il Parlamento europeo. L'Unione Europea, si sa, fissa le regole del gioco in settori che toccano il quotidiano di tutti noi. Noi abbiamo l'ambizione di convincere una parte degli elettori che con in Verdi le leggi che l'Europa fa sono e saranno migliori. Perché anche se in Italia si dice spesso che i Verdi sanno solo dire "no", la realtà è ben diversa. Dalla sicurezza alimentare agli OGM, dalle regole sulla qualità dell'aria e dell'acqua alla riforma della PAC secondo criteri che favoriscono lo sviluppo rurale e la produzione di qualità, dalla responsabilità ambientale alla legislazione sui chimici e alla definizione di standard minimi di diritti e garanzie in materia di giustizia e affari interni... questi sono solo alcuni esempi di questioni sulle quali il Gruppo dei Verdi/Allenza Libera Europea - forte oggi di 45 deputati al Parlamento europeo - ha fatto davvero la differenza. Se oggi nel progetto adottato dalla Convenzione si parla di prevenzione dei conflitti e di corpi civili di pace lo si deve al paziente lavoro che, a partire da Alex Langer, i Verdi hanno fatto per convincere anche le altre forze politiche che su questo deve puntare un'Europa che vuole essere "potenza di pace nel mondo". Se oggi nella Costituzione non si parla di promozione del nucleare e lo sviluppo sostenibile non è stato cancellato dagli obiettivi del Trattato, come si temeva, lo si deve oltre che alla pressione delle associazioni ambientaliste, anche al lavoro della "pattuglia" di Verdi nella Convenzione. E senza tema di essere presuntuosi, se l'opzione democratica e costituzionale, se l'Europa dei diritti si sta oggi facendo faticosamente strada è anche grazie al lavoro al Parlamento europeo di federalisti della prima ora come Adelaide Aglietta da capogruppo dei Verdi. Ma il riconoscimento di un ruolo importante di avanguardia e i risultati conseguiti non possono bastare a vincere. È per questo che la nostra campagna avrà come obiettivo quello di rendere concreto e visibile il nostro carattere di forza politica che si candida al governo dell'Europa. Dopo circa 15 mesi di preparazione congiunta del Gruppo parlamentare europeo e della Federazione dei Partiti Verdi (capitanata da Grazia Francescato, Pekka Haavisto -ex ministro dell'ambiente finlandese - e dal segretario generale, il maltese Arnold Cassola) si terrà a Roma dal 20 al 22 febbraio 2004 il Primo Congresso del Partito Verde europeo. Nuovi statuti, un manifesto comune, una squadra multinazionale di candidati che si muoverà su e giù per il vecchio continente, un "dream team" di intellettuali e persone attive nella cultura e nell'associazionismo che appoggiano apertamente la sfida dell'Europa sostenibile, un calendario fitto di eventi e manifestazioni "verdi" ed "europee" che toccheranno tutti e 25 i paesi della nuova Unione e, last but not least, una/un candidata/o alla Presidenza della Commissione europea. Questa è la nostra scommessa per le elezioni europee del 2004. Ce la faremo? Chissà! Saranno gli elettori a deciderlo. Ricordiamo che 10 nuovi paesi parteciperanno alle elezioni europee del 2004. BELGIO AGALEV non esiste più, viva GRUN! ECOLO REGNO UNITO GERMANIA Mi é sembrato chiaro che dopo un primo tempo di perplessità, i Verdi tedeschi hanno completamente abbracciato l'idea della campagna europea. I Grünen veleggiano stabilmente intorno al 10%, percentuale che darebbe loro 12 dei 99 deputati che elegge la Germania. Tantissime donne alla tribuna durante il dibattito. Qui per statuto la capolista é sempre una donna. Quest'anno si tratta di Rebecca Harms, eletta con l'86% dei voti. Al numero due, Dany Cohn-Bendit, al tre la vicepresidente del gruppo uscente Heide Rühle. Questa volta i tedeschi hanno fatto le cose con molta attenzione. Infatti dei 7 deputati europei eletti nel 1999, ben 3 erano passati ad altri gruppi. La selezione é avvenuta prima a livello regionale, le candidature sono state vagliate dall'esecutivo e solo dopo si é passato ai voti, che hanno visto delle "gare" fra due o più candidati allo stesso posto davvero appassionanti. AUSTRIA MALTA SLOVENIA FRANCIA
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